Autore: John D- Smith
Editore: Self Publishing
Genere: Fantasy
Pagine: 230
Prezzo: 0,99
Sinossi: È l’ultimo giorno di scuola per Mike, gli studenti si
trovano fuori nel parcheggio quando un forte lampo fa svenire tutti tranne
lui. Viene attaccato dagli Shofen che si
cibano di anime umane finché non viene salvato da due Black Jack armati di
pistole e spada. Da quel momento la vita di Mike cambierà. Incontrerà
Cavalieri, glover, fantasmi, elfi, demoni ma ogni inganno è nascosto dietro un
altro inganno e arriverà a chiedersi se è lui a decidere il suo destino o fa
tutto parte di una partita a scacchi di cui è solo una pedina.
LA MIA RECENSIONE
Dopo aver terminato “Warchess”, mi sono detta: wow, finalmente un fantasy degno di tale
nome! Sono un’amante del fantasy e sono cresciuta leggendo Tolkien, la Bradley
e mille altri autori. Mi piace perdermi nei mondi inventati e immaginare gli
scenari descritti. Era da un po’, però, che non ci riuscivo più, gli ultimi
fantasy letti mi avevano lasciato una sensazione di incompletezza. Finalmente,
con Warchess, sono riuscita di nuovo a volare con la fantasia.
Warchess è un fantasy dal taglio
classico, dove agli uomini si affiancano elfi, nani, fantasmi e altre razze
inventate o meno conosciute. Anche la trama ripercorre il più classico filone
fantastico: Mike, il protagonista, improvvisamente scopre di essere il predestinato,
l’Eletto, nella lotta tra il bene e il male, intraprendendo un’avventura che lo
porterà a viaggiare in un mondo nuovo e pieno di insidie. Scritto così, può
sembrare banale. In realtà non lo è. In Warchess abbiamo tanti elementi che
fanno da sfondo alla trama principale e altrettanti insegnamenti.
Partiamo dall’ambientazione: come già
scritto, Warchess mi ha fatta volare con la fantasia. E questo accade
soprattutto se l’autore costruisce e delinea perfettamente il proprio mondo. In
Warchess l’autore ha saputo descrivere un’ambientazione ben congeniata senza
peraltro dilungarsi in eccessive descrizioni. Con pochi tratti ha spiegato i
mondi paralleli e come accedervi, e attraverso i dialoghi dei personaggi ne
abbiamo colto i vari aspetti. L’autore ha dimostrato di avere chiare in mente
le cose scritte, come se avesse davanti una cartina o come, meglio ancora,
avesse visitato di persona i luoghi descritti.
Ma l’ambientazione è solo un aspetto che
ho apprezzato di Warchess. L’altro ha riguardato, come anticipato, gli
insegnamenti che si intuiscono leggendo il romanzo. L’autore ci insegna a credere in noi
stessi, anche attraverso una “storia nella storia”, una sorta di favola per
bambini. Soprattutto, l’autore ci ha insegnato che ognuno di noi può essere un
eroe. Mike ne è l’esempio, e per tutta la storia dovrà battersi tra una parte
di sé che vorrebbe abbandonare tutto, e l’altra parte che, invece, vuole
continuare.
Sotto questo profilo avrei preferito una
maggiore caratterizzazione del protagonista, che talvolta viene lasciato un po’
in disparte a scapito dei numerosi personaggi, che tendono a soffocarlo.
L’autore avrebbe dovuto far emergere soprattutto la figura di Mike, con le sue
angosce e i suoi sentimenti.
Pure gli intrecci alla trama principale
talvolta creano un po’ di confusione, anche se lo stile pulito e scorrevole
riesce a tenerli a bada. Avrei preferito dei dialoghi più semplici e meglio
strutturati, perché spesso ammetto di essermi un po’ persa.
Nel complesso, Warchess è un romanzo, il
primo di una saga/trilogia, che consiglio a tutti gli amanti del fantasy.
Ovviamente leggerò la continuazione!
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