Miei lettori oggi voglio condividere con voi l'impressione
sul nuovo romanzo di Ugo Barbàra. Ringrazio Frassinelli per avermi permesso la
lettura di un romanzo così intenso e profondo.
Autore: Ugo Barbàra
Editore: Frassinelli
Uscita: 14 aprile 2015
Pagine: 298
Prezzo: 16 euro
Sinossi:
Certe storie non hanno un solo passato, né un solo presente.
Certe storie si intrecciano continuamente, e scambiano chi le vive come se
conoscessero i fili che compongono il tempo uno a uno. Certe storie non
ammettono distanza e continuano a pulsare nel caldo e nel freddo, aspettando il
destino. Il nuovo romanzo di Ugo Barbàra è un intreccio di passioni dolci e
terribili, di amori senza speranza e di sogni senza pace che attraversano il
tempo e lo spazio, come solo le grandi passioni riescono a fare. Attraverso una
scrittura discreta e delicata come un sussurro ma forte, ritmata e incisiva
come un tamburo di guerra, il racconto di come certi fiori resistano alla neve.
E di come donne e uomini sopravvivano al silenzio e all'infamia della Storia,
per restare umani.
Maurizio de Giovanni
Recensione:
Finalmente un romanzo scritto in un italiano puro, di quelli che non si
leggono spesso e arricchiscono l'anima.
Ugo Barbàra in un modo magistrale ci narra questa storia a
due voci.
Una storia di due donne. Due madri, diverse tra loro, con un
unico obiettivo: proteggere i propri figli.
Donne sole, che si ritrovano a combattere contro la
brutalità della guerra.
Olga ha poco più di vent'anni e vive a Buenos Airès in uno dei
periodi più duri, sotto il regime di Videla. Con un figlio piccolo e uno in
grembo, si domanda che fine abbia fatto il marito scomparso, Miguel, che in modo
provvidenziale temendo il peggio, lascia alla moglie delle indicazioni per
lasciare il paese.
Stella invece è una donna avanti con l'età, con un carattere
molto forte, vive in un paesino del centro Italia e custodisce un grande
segreto!
Un giorno il giovane parroco incita la donna a raccontarle il suo passato tormentato.
La donna titubante narra la sua storia, fino ad arrivare al segreto che per anni custodiva
gelosamente, di cui aveva sempre cercato la giusta redenzione senza mai
trovarla.
"Ho peccato", dice.
"Ma non sono pentita affatto."
"Accadde, semplicemente, come se non fossi stata io a deciderlo, ma il mio corpo a seguire il flusso delle cose, stabilite da qualcuno che non ero io e nemmeno lui."
(Stella)
Alternando i capitoli, Barbàra ci fa conoscere il mondo
delle due donne, e il loro modo di affrontare le avversità.
Un romanzo ricco di storia, passioni e segreti, i cui fili di un'ingarbugliata matassa porteranno a un'unica trama ben strutturata, dove il tormento e la nostalgia sono palpabili.
Ho assaporato ogni singola pagina, gustandomi la storia di Olga e Stella. Un libro in cui si desidera che duri all'infinito.
Lo consiglio davvero a tutti!
Il linguaggio, la struttura narrativa e la storia rendono "Due Madri" un libro irrinunciabile!
Biografia:
A capo della redazione New Media dell'Agenzia Giornalistica
Italiana, dal 1999 al 2010 si è occupato di politica estera. In precedenza è
stato corrispondente da Palermo negli anni del processo Andreotti (1995-1999),
redattore di cronaca giudiziaria a Roma in epoca di Tangentopoli. Ha
frequentato l'Ifg di Urbino e si è laureato in Lettere Moderne all'Università
di Palermo. Ha insegnato scrittura creativa all'Università La Sapienza di Roma
e a Roma Tre.
Ha scritto sei romanzi. Cinque sono stati pubblicati da Piemme:
"Desidero informarla che le abbiamo trovato un cuore" (1999);
"La notte dei sospetti" (2001); "Il corruttore" (2008) e
"In terra consacrata" (2009) e "Le mani sugli occhi"
(2011). Il sesto è "Due Madri" pubblicato nel 2015 da Frassinelli.
Suoi i racconti: "La stiratrice di Saponara"
pubblicato nella raccolta "La scelta" edito da Novantacento; il
racconto "Il nemico" inserito nella raccolta "Duri a
morire" di Dario Flaccovio editore e "L'avaro" che fa parte
della antologia "Seven" curata da Gian Franco Orsi per Piemme.
È sceneggiatore del film Gli angeli di Borsellino insieme a
Paolo Zucca, Mirco Da Lio e Massimo Di Martino.
Nel 1999 il Teatro Libero di Palermo ha portato in scena il
suo "Dongiovanni" per la regia di Lia Chiappara.
Riconoscimenti:
- Vincitore del "Premio Scalea" 2001
- Finalista del "Premio Scerbanenco" 2008 - 2009 - 2011
- Vincitore del Premio Alziator 2009
- Candidato al Premio Strega 2009
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